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Scioperi della metropolitana di Roma

Purtroppo è sempre sconcertante, ma frequente, vedere fermate del bus piene di persone che aspettano. Giovani, anziani, di tutte le nazionalità, cultura ed estrazione sociale, radunati solo dal dovere di lavorare o studiare ma impossibilitati a farlo.

La prima domanda che viene spontanea è chiedersi il perché tocca ai soliti noti onesti con abbonamento e biglietto pagare i disagi dell’Atac.

Certo è che la questione è molto complessa in quanto da una parte tra istituzioni e Atac c’è sempre un “conflitto di attribuzione” di responsabilità, dall’altra le sigle sindacali manifestano in modo poco unitario. Ed è così che durante gli scioperi si vedono scene surreali come l’assalto all’unico bus che non sciopera. Ma perché ci deve essere questa “guerriglia” per un diritto?

Disagi, rabbia e tanti interrogativi

Sarebbe facile dare risposte attribuendo la colpa al sistema e alla categoria degli autisti anche se quest’ultima spesso è molto sfruttata. Stipendi bassi, ritardi, anche di mesi, nei pagamenti, straordinari non pagati e la lista potrebbe continuare.

Dai conflitti tra Atac e istituzioni alle spese poco chiare, dagli autisti pagati male e poco agli autobus rotti, dalla poca unione tra sigle sindacali ai cittadini disonesti che non pagano il biglietto, chi paga è l’onesto fruitore del servizio pubblico. Tra immagini surreali e delusione quello che si può dire è un richiamo al buon senso di tutti nessuno escluso.

Ricordando le immagini delle fermate piene di persone e l’assalto all’arrivo di uno di essi viene in mete, ironizzando, alcune parole della canzone di Ornella Vanoni del 1971, “Domani è un altro giorno”.  “ E’ uno di quei giorni che ti prende la malinconia che fino a sera non ti lascia più (…) e come tanto tempo fa ripeto: chi lo sa? Domani è un altro giorno si vedrà.”

Domande?

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